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Comunicati Stampa
Buone notizie per l'industria italiana. Gli ordinativi crescono anche ad aprile, con un aumento del 3,8% su marzo, grazie al traino arrivato dall'estero, che fa segnare il rialzo più forte dal settembre del 2009 (+9,2%). Secondo l'Istat, che ha diffuso i dati, l'incremento delle commesse è anche più consistente se considerato su base annua, dove arriva a un +6,2%.
Nel dettaglio, rileva l'Istat, gli indici destagionalizzati del fatturato per raggruppamenti principali di industrie segnano una variazione congiunturale positiva per i beni di consumo (+3,2%, con +0,3% per quelli durevoli e +3,6% per quelli non durevoli) e variazioni negative per i beni strumentali (-3,1%), per l'energia (-1,2%) e per i beni intermedi (-0,3%). L'indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario in aprile cresce del 6,2% per i beni strumentali e del 6,0% per i beni di consumo (+3,0% per quelli durevoli e +6,5% per quelli non durevoli), mentre diminuisce del 9,2% per l'energia e dello 0,5% per i beni intermedi. In aprile, nel confronto con lo stesso mese del 2013, l'indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario, segna le variazioni positive piu' significative nei settori della fabbricazione di mezzi di trasporto (+11,9%), delle industrie alimentari, bevande e tabacco (+7,2%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+5,9%); le variazioni negative piu' marcate si rilevano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-9,2%), nell'estrazione di minerali da cave e miniere (-2,9%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (-2,8%). Gli incrementi piu' rilevanti dell'indice grezzo degli ordinativi riguardano la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+48,0%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (+34,6%); le contrazioni piu' consistenti si registrano nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-3,9%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,6%) e nelle fabbricazioni di prodotti chimici (-2,7%).