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Il 6 aprile 1977 Aldo Moro, Presidente nazionale della DC, si reca a Firenze ad una manifestazione contro il terrorismo.

Moro parla a braccio. Non esiste testo scritto. Il discorso è ritrovato, con grande difficoltà, attraverso il nastro registrato, dalla DC fiorentina nel luglio 1982 ed è pubblicato integralmente su ‘Il Popolo’ dell’8 agosto 1982.

Proviamo ad inquadrare storicamente il tempo nel quale si inserisce questo pregevole intervento, premonitore di una violenza inaudita, ma foriero di sentimenti positivi e di speranza nel domani.

L’Auditorium del Palazzo dei Congressi è stracolmo di gente. Quello che è stato pensato come evento di partito si trasforma nella risposta civile e democratica dell’intera Firenze al terrorismo e alla violenza. Il palazzo dei Congressi è pieno di dirigenti ed attivisti degli altri partiti.

Moro ringrazia e saluta il sindaco comunista Elio Gabbuggiani, impedito ad Esserci. Ha scritto una lettera di solidarietà e vicinanza alla DC, anche a nome del Consiglio Comunale di Firenze.

A Firenze nei mesi precedenti l’evento ci sono stati pestaggi di militanti democristiani, sei sedi DC sono incendiate nella notte del 3 aprile, una bomba sotto la sede della DC provinciale, in via Cavour, è disinnescata all’ultimo momento.

La DC risponde con una analisi lucida ed attenta del suo uomo migliore, capace di autocritica, ma pronto ad interrogarsi sul come rispondere democraticamente a forme di violenza ed intolleranza inaudita. Non si tratta solo di condannare, ma di studiare come evitare che il terrorismo trovi sponde nella popolazione e rilanciare l’insieme della partecipazione democratica attraverso lo Stato, i partiti, i sindacati, l’associazionismo.

 

Scarica la versione integrale del libro

Il 6 aprile 1977 Aldo Moro, Presidente nazionale della DC, si reca a Firenze ad una manifestazione contro il terrorismo.

Moro parla a braccio. Non esiste testo scritto. Il discorso è ritrovato, con grande difficoltà, attraverso il nastro registrato, dalla DC fiorentina nel luglio 1982 ed è pubblicato integralmente su ‘Il Popolo’ dell’8 agosto 1982.

Proviamo ad inquadrare storicamente il tempo nel quale si inserisce questo pregevole intervento, premonitore di una violenza inaudita, ma foriero di sentimenti positivi e di speranza nel domani.

L’Auditorium del Palazzo dei Congressi è stracolmo di gente. Quello che è stato pensato come evento di partito si trasforma nella risposta civile e democratica dell’intera Firenze al terrorismo e alla violenza. Il palazzo dei Congressi è pieno di dirigenti ed attivisti degli altri partiti.

Moro ringrazia e saluta il sindaco comunista Elio Gabbuggiani, impedito ad Esserci. Ha scritto una lettera di solidarietà e vicinanza alla DC, anche a nome del Consiglio Comunale di Firenze.

A Firenze nei mesi precedenti l’evento ci sono stati pestaggi di militanti democristiani, sei sedi DC sono incendiate nella notte del 3 aprile, una bomba sotto la sede della DC provinciale, in via Cavour, è disinnescata all’ultimo momento.

La DC risponde con una analisi lucida ed attenta del suo uomo migliore, capace di autocritica, ma pronto ad interrogarsi sul come rispondere democraticamente a forme di violenza ed intolleranza inaudita. Non si tratta solo di condannare, ma di studiare come evitare che il terrorismo trovi sponde nella popolazione e rilanciare l’insieme della partecipazione democratica attraverso lo Stato, i partiti, i sindacati, l’associazionismo.

 

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