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Nei prossimi mesi la fase di contrazione dell’economia italiana finirà grazie a una lieve ripresa della domanda interna. A prevederlo è l’Istat, in una nota mensile secondo la quale l’inizio del 2015 farà registrare un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi quattro anni di ininterrotta recessione. Il dato finalmente positivo, continua l’istituto, andrà però a braccetto con un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione rispetto al 13,2% registrato in ottobre. A dispetto dei primi decreti attuativi del Jobs Act, insomma, “le condizioni del mercato del lavoro rimangono difficili”. Da un lato una parte dei lavoratori “scoraggiati” ha ricominciato a cercare un posto, dall’altro chi è già sul mercato sperimenta difficoltà crescenti nel trovare un’occupazione …
A livello macroeconomico, rileva poi l’istituto, la situazione rimane frammentata. Tra le grandi economie, gli Stati Uniti sono quelli che manifestano i più decisi segnali dicrescita, mentre nell’area euro lo scenario è caratterizzato da lievi segnali di miglioramento. Grazie anche ai bassi livelli del prezzo del petrolio, che limitano i costi di produzione. Non che l’eurozona possa aspettarsi, come risultato, un boom della crescita: l’effetto positivo si limiterà a un +0,1% l’anno prossimo e toccherà lo 0,3% nel 2016, sempre che il barile non torni a rincarare. Per Roma e Berlino, comunque, impatto nullo. A guadagnarci qualcosa saranno solo Franciae Spagna.