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Flessione in vista per i clienti dei ristoranti nei giorni di Pasqua. È quanto emerge dall'indagine condotta dal Centro Studi della Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi in base a un'indagine promossa tra gli aderenti. Nel giorno di Pasqua si prospetta in particolare un calo delle presenze dell'11%, mentre per il giorno successivo, solitamente deputato alle gite fuoriporta, la percentuale sale addirittura, sfiorando il 15%.
"In questi giorni si sente parlare di ripartenza, di luce in fondo al tunnel: purtroppo questo clima di fiducia non sembra avere ripercussioni positive nel settore della ristorazione. In occasione delle festività pasquali gli italiani che festeggeranno fuori casa saranno assai meno dello scorso anno - commenta Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi Fipe - I motivi principali risiedono anche in fattori indipendenti dalla congiuntura economica, in primis le previsioni meteo non favorevoli e il calendario che quest'anno vede la Pasqua agli inizi di aprile, periodo non ancora spiccatamente primaverile.
Tutti fattori che concorrono ad alimentare ancora un senso di incertezza e la poca voglia di recarsi fuori casa". Analizzando nello specifico i dati della Fipe, è possibile vedere quanto la Pasqua "bassa" incida anche sull'attività dei ristoratori: a fronte di una clientela prevista intorno ai 6,4 milioni, per una spesa totale di 264 milioni di euro, i ristoranti in attività saranno il 92% del totale contro il 94% dello scorso anno. Per il 32% dei ristoratori intervistati la clientela da servire per il pranzo di Pasqua sarà inferiore a quella del 2014, con 3,6 milioni di unità previste, ma non manca un 13% che si mostra più ottimista. La flessione, sottolinea infine Fipe, è data sostanzialmente dagli italiani che restano in città, mentre non sembrano diminuire le presenze straniere.

 

Una busta “arancione” che informerà i lavoratori sull’ammontare della propria pensione. È quello che invierà l’Inps a milioni di lavoratori dipendenti, i quali, finalmente, verranno a conoscenza del proprio futuro.
Il presidente dell’Istituto previdenziale Tito Boeri ha annunciato l’arrivo delle cosiddette ‘buste arancioni’. L’idea è stata mutuata dai paesi scandinavi, dove la lettera viene inviata a tutti i lavoratori così che abbiano un’idea precisa del trattamento pensionistico che stanno maturando.
Le lettere debutteranno a maggio e contengono delle simulazioni sulla pensione futura, in modo da dare “la possibilità ai lavoratori italiani di poter sapere quali saranno le loro pensioni future”.
In questo modo, ha aggiunto Boeri, i lavoratori potranno “valutare quali sono le implicazioni di scegliere diverse date di pensionamento, di cambiare le loro retribuzioni e i loro contributi e quanto questo avrà effetti sulla loro pensione”.
Si partirà dai “più giovani” per poi “man mano” allargare la platea, e arrivare ad informare a fine anno 18 milioni di persone. Si parte dagli under 40.