25 Mag BARI SERA – Casi come Giovinazzo e Terlizzi sono accaduti per l’insipienza del PD
Terlizzi e Giovinazzo sono due Comuni che distano fra loro poco più di una decina di chilometri. Entrambi considerati due roccaforti del centrosinistra: forte l’influenza sia del Partito democratico sia del governatore Nichi Vendola. Almeno fino all’altro giorno. Oggi sulla poltrona di primo cittadino di Terlizzi siede un farmacista con un passato da militante di An, Ninni Gemmato, su quella di Giovinazzo un imprenditore con la passione del ciclismo, Tommaso Depalma, che è stato sostenuto da due partiti di centrosinistra, Idv e Mep, ma i cui trascorsi sono decisamente nel centrodestra. In entrambi i Comuni il candidato sindaco del Pd è stato sonoramente bocciato nel turno di ballottaggio. Il deputato del Pd Gero Grassi a Terlizzi è nato e vissuto, a Giovinazzo è legato politicamente.
Onorevole, ma cosa è accaduto a casa sua?
“E’ accaduto che il nuovo sindaco, Gemmato, una brava persona, ha vinto perché nella sua coalizione c’è un pezzo di centrosinistra: quattro ex consiglieri comunali Giunta di centrodestra, ma che rimangono ideologicamente di centrosinistra e senza i quali Gemmato mai avrebbe vinto”.
Una sconfitta annunciata. Perché non siete corsi ai ripari prima?
“Facciamo un passo indietro: a far cadere la giunta sono stati tre consiglieri del Pd, uno del Sel e uno dell’Idv. Il Pd ha espulso i tre responsabili ed ha messo un veto sugli altri due. A quel punto i ‘cacciati’ hanno deciso di passare con il ‘nemico’. A quel punto, però, tutto poteva ancora essere recuperato: sia io sia Vendola avevamo proposto di affidarci a un candidato sindaco estraneo a questi avvenimenti locali. Ma il Pd locale ha voluto procedere con le primarie dove è stato eletto un candidato, una brava persona, ma che non raccoglieva il consenso della cittadinanza perché rappresentava con una sorta di continuità con il passato che aveva mandato a casa il sindaco in carica. Insomma, sono stati commessi una serie di errori, primo fra tutti quello di aver fatto diventare il Pd una sorta di setta segreta alla quale non potevo accedere neppure io”.
Infondo, anche i giovinazzesi hanno preferito un volto nuovo della politica come segno di discontinuità…
“Assolutamente. Anzi, a Giovinazzo chi ha perso sono Antonello Natalicchio (sindaco uscente, ndr) e Tonino Berardi (noto esponente locale del Pd, ndr) sono stati loro a scegliere un candidato sindaco, una bravissima persona, ma che sponsorizzata da loro rappresentava una continuità che i giovinazzesi non volevano più”.
Discontinuità nelle urne, ma scelte errate nella fase pre-elettorale. Onorevole, ma il partito, quello provinciale, dov’era?
“Non c’era. C’è stata una totale insipienza e quindi ora una totale corresponsabilita del segretario provinciale, Vito Antonacci, più impegnato o a fare il sindaco di Adelfia o a difendere qualche suo amico”.
Insomma, ha prevalso un discorso di correnti all’interno del Pd?
“Macché, ha prevalso l’accontentare qualche amico. Casi come quello di Terlizzi e Giovinazzo non dovevano accadere. In questi due Comuni non hanno vinto Gemmato e Depalma, ha perso il Pd. Così come ha perso a Trani, a Bitonto, in ogni realtà dove è mancata una gestione del partito a un livello superiore a quello locale, per cui alla fine in ogni Comune ognuno ha fatto quello che voleva. Come se il Pd fosse un partito anarchico, senza una guida, senza una strategia unitaria, anzi con un segretario totalmente assente sui casi più ingarbugliati”.
Onorevole, però, sopra al livello provinciale esiste anche uno regionale…
“Infatti, ma le sembra normale che tutti sanno che il prossimo anno Vendola andrà alla Camera e il Pd rimane totalmente inerte, che non si preoccupa di determinare gli eventi, ma rimane fermo a subirli…”
Per la verità c’è chi si muove eccome ed è il presidente regionale del Pd, Michele Emiliano…
“Verissimo, Emiliano ha degli obiettivi che io reputo anche legittimi, ma tutto il suo attivismo è agevolato da un partito senza regole che consentirebbe a chiunque di fare quello che sta facendo Emiliano, anche a me. Solo che lui è il sindaco di una grande città e quindi ha maggior seguito”.
Sta dicendo che è il segretario regionale Sergio Blasi che permette lo straripamento di Emiliano?
“Blasi, un’altra bravissima persona, ma non ha capito che non può continuare a guidare un partito in completa solitudine, se si aprisse noi saremmo disposti a dargli non una mano, ma dieci. Invece, è contento che in Puglia il Pd ha conquistato più sindaci, ma non si rende conto che siccome sono andati a votare meno elettori, ha perso voti”.