ASSISI – Intervento dell’on. Gero Grassi al Convegno degli ex Popolari

ASSISI – Intervento dell’on. Gero Grassi al Convegno degli ex Popolari

QUARTA FASE
 
 
 
 
Pubblichiamo l’intervento svolto dall’on. Gero Grassi ad Assisi, durante il secondo Convegno di Quarta Fase, domenica 12 ottobre 2008, poco prima delle conclusioni dell’on. Dario Franceschini.
 
 
 
 
ON. GERO GRASSI:
Io credo che da Assisi vengano alcuni messaggi. Messaggi molto positivi. In questa città francescana noi dobbiamo lasciare quel residuo di pessimismo leopardiano che ci caratterizza da tempo per passare all’ottimismo manzoniano. Quindi basta a sottolineare e ad ampliare le cose che non funzionano e quelle che non siamo riusciti a fare. Cerchiamo di (applausi) evidenziare, invece, quello che abbiamo fatto. Io credo che la prima cosa che abbiamo fatto è ripetere Assisi, e vi assicuro che non era facile. Ve lo assicuro io che ho curato tutta la fase organizzativa. Non era facile. Assisi di quest’anno. E’ un grande passo avanti rispetto all’Assisi dell’anno scorso. Io so bene che il prossimo anno faremo ancora meglio e per questo stiamo già lavorando…

QUARTA FASE
 
 
 
 
Pubblichiamo l’intervento svolto dall’on. Gero Grassi ad Assisi, durante il secondo Convegno di Quarta Fase, domenica 12 ottobre 2008, poco prima delle conclusioni dell’on. Dario Franceschini.
 
 
 
 
ON. GERO GRASSI:
Io credo che da Assisi vengano alcuni messaggi. Messaggi molto positivi. In questa città francescana noi dobbiamo lasciare quel residuo di pessimismo leopardiano che ci caratterizza da tempo per passare all’ottimismo manzoniano. Quindi basta a sottolineare e ad ampliare le cose che non funzionano e quelle che non siamo riusciti a fare. Cerchiamo di (applausi) evidenziare, invece, quello che abbiamo fatto. Io credo che la prima cosa che abbiamo fatto è ripetere Assisi, e vi assicuro che non era facile. Ve lo assicuro io che ho curato tutta la fase organizzativa. Non era facile. Assisi di quest’anno. E’ un grande passo avanti rispetto all’Assisi dell’anno scorso. Io so bene che il prossimo anno faremo ancora meglio e per questo stiamo già lavorando.
Voglio ringraziare tutti gli amici Parlamentari che hanno contribuito, tutti i dirigenti regionali di Partito, gli amministratori e i collaboratori che si sono impegnati e hanno impegnato anche un pezzo delle loro ferie estive perché questa Assisi fosse un punto, un ulteriore punto di partenza per i cattolici democratici che non sono una parte residuale del Partito Democratico, ma ambiscono ad essere il Partito Democratico e a dare al Partito Democratico (applausi) quel tono, quella vitalità, quella cultura che è propria di una società che non si piega, ma guarda avanti. Devo dire, e lo dico con molto affetto e con molta amicizia, svelando anche un particolare privato, lo dico a Dario e a Beppe, a Beppe e a Dario: auguri, perché in questa settimana Dario e Beppe compiono cinquant’anni. (applausi)
Applaudite, applaudite! Perché abbiamo bisogno anche di felicità e di volti sorridenti in un paese che con questo Governo mette tanta tristezza.
Quindi, auguri perché compiono cinquant’anni. Auguri perché mi raggiungono avendo io fatto lo stesso percorso qualche mese fa, ma auguri perché oggi loro assumono un’ulteriore grande responsabilità, quella di far sì che il nostro gruppo di amici, il nostro pensiero politico, la nostra cultura si sforzi sempre più di essere, all’interno del Partito Democratico, momento di unità rispetto agli altri e non di divisione. Ne è passata di strada da quando io e Dario a Palmanova, alla Festa Nazionale dell’Amicizia, nel 1977 cantavamo a squarciagola “Zac è qui, con tutta la DC”. Molta acqua è passata anche da quando io e Beppe, entrambi sindaci,lui di Viterbo, io della più piccola Terlizzi, negli anni ’90 lottavamo in Anci perché i Comuni fossero centrali nelle politiche del Paese. (applausi)
Voglio sottolineare due flash velocissimi anche perché è tardissimo.
Il primo: abbiamo per nostra sfortuna un Governo che ci consegna una autostrada di iniziativa in due campi: la scuola e la sanità. Nella nostra cultura la scuola è stato un momento di unità nazionale. Nella nostra cultura la scuola è stato un momento di coniugazione di diversità, geografiche, territoriali, politiche, culturali, economiche. Questo Governo sulla scuola vuole ampliare le differenze e le discriminazioni. Nella scuola italiana si sono formate intere generazioni di studenti all’insegna della piena attuazione dell’articolo 3 della Costituzione.
Nella nostra cultura la sanità, e quindi il federalismo, perché il federalismo riguarda tutta la spesa sanitaria, può essere una grande possibilità, una grande risorsa. Ma perché questo sia, il federalismo deve ridurre le differenze, deve avvicinare parti che oggi sono distanti. Invece nella logica di questo Governo il federalismo diventa un momento di ulteriore divisione e di ulteriore accentuazione delle diversità. Io credo che il PD debba accompagnare e guidare la società nella comprensione delle difficoltà che il Governo sta creando andando a toccare diritti sacrosanti quale quello sulla salute. Credo che il PD debba farsi interprete anche di chi non ha voce per protestare o ribellarsi. Il PD è proposta alternativa, prospettiva, lungimiranza politica. Il PD deve offrire speranza di un domani migliore.
Beppe Fioroni e Dario Franceschini alcuni anni fa, nel 2002, in un agosto infuocato per la mia Regione, la Puglia, quando l’attuale Ministro Raffaele Fitto voleva chiudere gli ospedali, sono venuti nella mia Regione a toccare con mano che cosa significa una sanità massacrata. Noi sulla sanità non possiamo lasciare spazi a nessuno. Dobbiamo essere in piazza perché il Partito Democratico secondo me non si costruisce sugli slogan o su interventi che guardano a ieri o avantieri, ma si costruisce sulle cose da fare. In questo momento la scuola e la sanità per il Partito Democratico, per QUARTA FASE, diventano un grande viatico di responsabilizzazione dei cittadini tutti, ma diventano anche un tema sul quel costruire un progetto politico futuro. (applausi)
Concludo con un riferimento storico.
Negli anni Sessanta Aldo Moro, Presidente del Consiglio, parlando con l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America, Lyndon Johnson, si sentiva dire da Johnson che negli Stati Uniti stavano costituendo e costruendo la grande società. Moro a Johnson rispose: “Presidente, noi in Italia non abbiamo l’ambizione di fare la grande società, vogliamo fare la giusta società”.
E lo diceva perché aveva detto qualche mese prima, in occasione del varo del suo Governo, che desiderio e ambizione di ogni cittadino non è realizzare pienamente la giustizia, ma avere della giustizia fame e sete.
Noi dobbiamo caratterizzare il nostro essere QUARTA FASE, il nostro essere Partito Democratico, sempre tenendo presente che da noi la gente si aspetta la costruzione e la realizzazione della giusta società.
Grazie e appuntamento ad Assisi 3 cui da domani iniziamo a lavorare. Lo facciamo per un grande Partito Democratico nel quale nessuno si senta ospite.(applausi)