APPELLO AI CANDIDATI ALLA SEGRETERIA DEL PARTITO DEMOCRATICO – IL PD NON TORNI INDIETRO

APPELLO AI CANDIDATI ALLA SEGRETERIA DEL PARTITO DEMOCRATICO – IL PD NON TORNI INDIETRO

In un momento così importante e nobile per la storia del Partito Democratico come è il dibattito sul futuro del nostro Paese, mai così centrale data la condizione di stress sociale ed economico che stiamo vivendo, così come sul futuro di una forza politica veramente democratica e riformista, sentiamo il dovere di lanciare un appello ai candidati alla guida del nostro partito.

In queste settimane di incontri, dibattiti, di scontri, di nuove energie che sono entrate nella casa del PD, di ricambi generazionali ad ogni livello che hanno interessato la fase congressuale che rivendichiamo con orgoglio, a maggior ragione è necessario fare chiarezza sul cammino che attende tutti noi.
Un cammino che ha come priorità assoluta far uscire l’Italia dalla crisi, trasformarla in un Paese moderno, con un sistema democratico adeguato e, veramente, europeo.
Ma per guardare avanti, per dare forza al nostro orizzonte dobbiamo, tutti, avere chiarissimo il nostro certificato di nascita, da cui ha mosso i primi passi l’unica forza popolare e riformista italiana…

In un momento così importante e nobile per la storia del Partito Democratico come è il dibattito sul futuro del nostro Paese, mai così centrale data la condizione di stress sociale ed economico che stiamo vivendo, così come sul futuro di una forza politica veramente democratica e riformista, sentiamo il dovere di lanciare un appello ai candidati alla guida del nostro partito.

In queste settimane di incontri, dibattiti, di scontri, di nuove energie che sono entrate nella casa del PD, di ricambi generazionali ad ogni livello che hanno interessato la fase congressuale che rivendichiamo con orgoglio, a maggior ragione è necessario fare chiarezza sul cammino che attende tutti noi.
Un cammino che ha come priorità assoluta far uscire l’Italia dalla crisi, trasformarla in un Paese moderno, con un sistema democratico adeguato e, veramente, europeo.
Ma per guardare avanti, per dare forza al nostro orizzonte dobbiamo, tutti, avere chiarissimo il nostro certificato di nascita, da cui ha mosso i primi passi l’unica forza popolare e riformista italiana.
Un certificato di nascita scritto insieme, scritto da chi ha creduto con tutto se stesso che si potesse coronare un grande progetto, un grande sogno: far confluire le grandi tradizioni democratiche-popolari, socialiste, ambientaliste della nostra cultura, forte in fondo di quel processo unitario che fu alla base della lotta al Fascismo e della Liberazione. Un processo politico, ma anche ideale e sociale, ma il problema del 2008 non fu mettere insieme i resti di storie passate, ma elaborare una visione nuova, moderna. Elaborare, costruire, con fatica, superando mille problemi, diffidenze, a volte rancori storici, il progetto di un’Italia nuova. “E’ in campo una forza che si propone di dare al Paese una nuova guida”. Si apre così il Manifesto dei Valori del PD. “Questa grande forza popolare si pone il compito – è scritto nel Manifesto – di mobilitare le energie, i valori del nostro popolo per rimettere questo Paese in cammino. Bisogna fare un’Italia nuova. Questa è la ragione ed è la missione del PD”. Appunto. Un’Italia nuova. Non possiamo e non vogliamo tradire queste parole, che ogni democratico ha impresse nel documento d’identità. Non vogliamo un PD che, attratto dalle sirene di famiglie politiche europee si trasformi, proprio ora, in un grande granchio rosso.
Mentre il mondo viaggia sulla grande fibra, dialoga e si confronta, e spesso si scontra come è avvenuto in Europa in questi ultimi anni dentro al tunnel della crisi, guardando al domani, il PD rischia di tornare al telefono a gettoni. Il nostro appello è un atto d’amore per il PD, ma anche per il Paese che cerca disperatamente di uscire dalle sabbie mobili di una paura sociale, economica, culturale che ora sembra aver preso alle gambe anche il riformismo del Partito Democratico, mentre l’area conservatrice impegnata in una profonda crisi, cerca di emanciparsi dal proprio leader.
Non possiamo tornare indietro: chi immagina di rifugiarsi sotto le coperte del Socialismo europeo compie una scelta che merita rispetto, ma che non è nel Dna di un PD che non può essere trasformato nell’organizzazione nazionale del PSE. Perché tornare alla tv in bianco e nero?
Così come non possiamo sostenere il governo Letta, ma con in testa comunque il progetto di allearsi domani con chi proprio oggi è all’opposizione di un esecutivo di emergenza nazionale.
L’appuntamento con le elezioni europee del 2014 deve essere un punto di partenza e certo non uno d’arrivo: dobbiamo avere l’ambizione di una nuova guida, di costruire una Europa diversa, e avere il coraggio di dire che le famiglie storiche sono superate. Sono superate dai poteri finanziari che viaggiano sulla fibra, sono superate dai nuovi problemi di nuovi cittadini europei, sono superate dalle fragilità di un sistema politico-istituzionale-monetario che la crisi ci ha mostrato in tutta la loro brutale evidenza.
Costringere oggi i nostri iscritti, i nostri amministratori, i nostri sostenitori, i giovani che per la prima volta hanno varcato la porta di un Circolo Pd ad ascoltare musiche di un juke box nostalgico e che gracchia un pò sarebbe un errore incredibile.
Per queste ragioni l’area del riformismo democratico chiede che ci sia un confine preciso sul lato radicale e movimentista dello schieramento politico nazionale.
Diamo forza, con coraggio, alle nostre convinzioni profonde, andiamo avanti sulla strada della collaborazione tra forze responsabili, esaltiamo tutti insieme il nostro contributo di valori seguendo l’unico cammino che il Paese si attende dal PD: indicare una rotta di modernità, dentro ai problemi reali degli italiani per uscire tutti insieme dalla crisi.
Non ci sono molte strade di fronte a noi. L’unica alternativa è smentire, per superficialità o peggio per arroganza, la ragione stessa della nostra costituzione in partito.