Agricoltura: salvaguardare le tipicità per resistere alla globalizzazione

Agricoltura: salvaguardare le tipicità per resistere alla globalizzazione


di Gero Grassi
Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera
 
L’agricoltura è il volano dell’economia del mezzogiorno d’Italia. Apprendere che i prezzi dei prodotti agricoli alla produzione registrano un calo del 12%, impone una seria riflessione.
Le quotazione alla produzione sono calate, secondo la Coldiretti, del 20% per i cereali, del 22% per la frutta, del 15% per il vino, del 14% per la carne suina e del 12% per i lattiero caseari, rispetto allo scorso anno. Una situazione che non potrà essere sostenuta a lungo dalle aziende agricole. 
La protesta degli agricoltori di Puglia che hanno bloccato con presidi strade e autostrade, è il gesto estremo di chi si sente inascoltato dal Governo……


di Gero Grassi
Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera
 
 L’agricoltura è il volano dell’economia del mezzogiorno d’Italia. Apprendere che i prezzi dei prodotti agricoli alla produzione registrano un calo del 12%, impone una seria riflessione.
Le quotazione alla produzione sono calate, secondo la Coldiretti, del 20% per i cereali, del 22% per la frutta, del 15% per il vino, del 14% per la carne suina e del 12% per i lattiero caseari, rispetto allo scorso anno. Una situazione che non potrà essere sostenuta a lungo dalle aziende agricole. 
La protesta degli agricoltori di Puglia che hanno bloccato con presidi strade e autostrade, è il gesto estremo di chi si sente inascoltato dal Governo. E’ il modo eclatante di comunicare un’esigenza più volte evidenziata nelle sedi competenti e puntualmente disattesa.
Non dobbiamo svendere la dura fatica degli agricoltori del mezzogiorno, a vantaggio di chi si appropria delle nostre produzioni e le confeziona prendendosi meriti e guadagni.
Non si può parlare di prodotti Made in Italy solo perché confezionati in Italia. Si deve richiedere anche nel settore alimentare la lavorazione con materie prime prodotte in Italia.
I prodotti agricoli lavorati con l’utilizzo di metodi tradizionali, così come ancora accade da noi, sono certamente quanto di più sano possa esserci per la nostra salute. Su questo si deve puntare, non sull’acquisto di produzione estera che, non soggetta a controlli nazionali, può celare insidie come l’utilizzo di sostanze chimiche.
Gli agricoltori lamentano la cecità della politica italiana, che sta sottovalutando le difficoltà di un settore trainante per il Paese, che è sull’orlo del collasso. Non si può condividere a parole e poi non intervenire con i fatti. Il Governo deve intervenire con una politica di sostegno, così come è accaduto in passato per i colossi industriali.
Il fatto che l’agricoltura in Italia sia una realtà frammentata in tante piccole aziende, senza un grande e forte interlocutore con cui confrontarsi, non giustifica la scarsa attenzione nei confronti del settore. Le piccole aziende agricole italiane, assicurano a noi consumatori prodotti di altissima qualità perché lavorati con metodi tradizionali, perché frutto di esperienza artigianale che si tramanda di padre in figlio. Basti pensare ai nostri vini e al nostro olio che non temono concorrenza alcuna.
L’Intervento del Governo deve incentivare la piccola agricoltura, a cui non possono essere chiesti prezzi concorrenziali, ma prodotti d’eccellenza per conquistare una nicchia di mercato che punta essenzialmente alla qualità.
La globalizzazione che ha portato nel suo vortice anche il settore agroalimentare, ha inevitabilmente toccato il mondo agricolo di tutto il mondo. Ognuno deve decidere come entrare nel mercato e quale fascia occupare. L’agricoltura italiana, dati i costi della manodopera non può essere concorrenziale nei prezzi, non può industrializzarsi per abbattere i costi di produzione, significherebbe “denudarsi” della sua natura, significherebbe rinunciare alle sue tipicità.
L’agricoltura italiana deve invece continuare quel percorso già intrapreso di salvaguardia dei prodotti tipici, tutelandone l’origine con marchi DOP e DOC, soltanto così resisterà alla inevitabile apertura dei mercati, ritagliandosi una posizione di rilievo meritata.