IL CONFRONTO DELLE IDEE – Pasquale Tricarico pioniere della floricultura terlizzese

IL CONFRONTO DELLE IDEE – Pasquale Tricarico pioniere della floricultura terlizzese

 

Pasquale Tricarico pioniere della floricultura terlizzese
Ne traccia un breve ricordo la figlia Pina
 
 a cura di Maria Teresa De Scisciolo
 
 
Tracci un breve ricordo di suo padre, Pasquale Tricarico.
Orfano di madre all’età di 13 anni, essendo il più grande dei figli, si caricò di responsabilità da subito, per la famiglia e per il lavoro.Aveva promesso a sua madre, in punto di morte, di badare alla sorella più piccola, che aveva pochi mesi. Ella immaginava che suo marito, vedovo a 37 anni, con 6 figli, si sarebbe risposato, come di fatto avvenne e nacquero altri 5 figli.
La famiglia di suo padre di cosa si occupava?
Da generazioni erano ortolani. Si distinguevano per la produzione di magnifici ortaggi. Costituivano l’orgoglio dell’orticultura pugliese. Mio zio Vito produsse un cavolfiore eccezionale dal peso di 15 Kg con una circonferenza di 142 cm (è riportato su “La Domenica del Corriere del 1943).
Mio padre lavorava con suo padre Michele, uomo esemplare, il quale pur nella sua infermità (perse la vista all’età di 53 anni) seppe guidare la numerosa famiglia finchè visse.
Pasquale Tricarico a che età decise di formare una famiglia tutta sua?
A 22 anni, precisamente il 10 febbraio 1930 sposa mia madre, sua instancabile collaboratrice. Nel 1934 i miei genitori vennero ad abitare in via Pisciniello, presero in fitto da don Nicola De Gemmis un appezzamento di terra sito nella zona, in cui producevano ortaggi. Mio padre comprò definitivamente quel terreno nel 1940. Nel 1941 comprò invece le sue prime100 piantine di ulivo dal Signor Gentile, vivaista di Cassano, a cui mio zio Pasquale, fratello di mia madre, fornaciaio, vendeva vasi. Cominciò così ad alternare la coltivazione delle piantine d’ulivo a quella degli ortaggi.
E poi cosa accadde….
Lo zio Pasquale invita mio padre ad andare in Toscana, dove c’erano molti vivai e dove era solito recarsi il sig. Gentile. Fu così che andò a Pescia e notò la coltivazione di fiori. Tutti quei campi coltivati sembravano giardini. I fiori si vendevano bene. Mio padre iniziò ad accarezzare l’idea di piantare fiori anche a Terlizzi.
Comprò le prime 2000 piantine di garofani. Era il 1947 l’inizio della coltivazione dei fiori a Terlizzi ed in Puglia.
Ecco perché suo padre è definito il pioniere della floricoltura a Terlizzi…
Perché è stato il primo a mettere i fiori a Terlizzi. Tutti gli altri hanno seguito il suo esempio. Era amato da tutti i cittadini perché era un uomo che amava il prossimo. Egli con i fatti si mostrò persona generosa verso i più bisognosi.
Perchè piantare fiori là dove si piantavano ortaggi?
Gli ortaggi economicamente parlando rendevano poco. Frequentando la Toscana, dove si era recato per le piante di ulivo, mio padre notò che i fiori rendevano bene e pensò di tentare questa coltivazione a Terlizzi. In Puglia la coltivazione del fiore non esisteva.
La coltivazione dei fiori mutò lo stile di vita nella sua famiglia?
Certo, raccontano le mie sorelle, che si furono coinvolti tutti. Il primo mazzo di garofani venduto a Terlizzi fu al Bar Fusaro il giorno di S. Antonio, uniti alla nebbiolina bianca. I primi garofani si accompagnano ai dolci.
Quante ore dedicava suo padre alle coltivazioni floricole?
Moltissime ore, ma trovava sempre il tempo per donarsi agli altri. Durante l’Amministrazione Vendola , fu assessore, un incarico che richiese costante disponibilità e massimo impegno. 
Fiori a Terlizzi, i nostri contadini erano pronti ad una tale novità?
Mio padre li stimolava. Amava il suo lavoro e con la sua energia coinvolgeva tutti, amministratori locali e regionali, professori universitari e soprattutto i suoi amati concittadini, ai quali si rivolse instancabile e sempre prodigo di notizie e consigli.
Alla coltivazione dei fiori si dedicavano anche altri membri della sua  famiglia?
Anche mio fratello, le mie sorelle, agli inizi specialmente. Le mie sorelle preparavano i bouquet di fiori. Aveva anche dei dipendenti che lavoravano per lui.
Quando si passò dalle coltivazioni sotto il cielo a quelle sotto serra e perché?
I garofani all’inizio erano piantati senza supporto, ma a contatto col terreno si sciupavano, quindi si iniziò a metter un sostegno, dapprima le canne, poi una rete con la raffia. Cominciarono poi ad aumentare le varietà di fiori e  furono montate le prime precarie serre di legno e ferro, coperte da cellofan, per proteggere i fiori dal freddo e dalle intemperie dell’aria.
Come nacque l’idea dei carri floreali?
Si cominciò per omaggiare la Madonna del Rosario. La prima manifestazione di carri floreali è datata 1963. Era un trenino fatto da un trattore che trainava 8 carrelli presi in prestito dal Laterificio di Scianatico. Poi si distribuivano fiori alla città.
Dopo la sperimentazione fatta da suo padre, in quanti lo seguirono a Terlizzi?
I primi furono i fratelli, poi i collaboratori più intimi e tutti gli amici.
Suo padre per amore verso il lavoro ha mai sacrificato tempo da dedicare alla famiglia?
Ha sacrificato tutto se stesso per il lavoro, per il Comune…alla famiglia restavano pochi spezzoni di tempo.
Oggi Terlizzi occupa un ruolo importante nella floricoltura nazionale. Grazie a suo padre?
Sicuramente. In tanti lo hanno seguito. Le prime serre pero, furono messe da lui. I primi impianti di irrigazione furono messi da lui. Lui sognava un piccolo ruscello continuo di acqua per innaffiare le sue coltivazioni. Questo sogno diventò realtà quando in seguito furono trivellati i pozzi artesiani. Inaugurati alla presenza dell’On. Aldo Moro.
Ce mai stato qualcuno nel tempo che ha ringraziato suo padre per quel che ha fatto?
Si. Il prof. Vendola, per esempio, in occasione della scomparsa di mio padre ebbe modo di affermare: “ Pasquale Tricarico è stato un integro ed oculato amministratore della cosa pubblica, intelligente e tenace lavoratore, sagace pioniere ed appassionato propulsore dello sviluppo agricolo della sua Terlizzi, diventata per lui centro della floricoltura del mezzogiorno d’Italia.
Suo padre era Commendatore. Ricorda perché arrivò questo riconoscimento?
Mio padre diceva “E’ caduto dal cielo”. Non abbiamo mai saputo chi aveva promosso la figura di mio padre per tale riconoscimento.
C’è mai stata indivia da parte di qualcuno nei confronti di suo padre?
Come affermò il prof. Nicolò Cantatore “è stato d’esempio a tutti i cittadini terlizzesi per le sue non comuni virtù morali. Era amato da tutti i cittadini perché amava il prossimo. Si mostrò con i fatti sempre generoso verso tutti i bisognosi. I terlizzesi lo ricordano con profonda commozione ed infinita gratitudine per quanto egli fece per il Partito, per tutti quelli che avevano bisogno della sua mano, sempre pronta a donare a chicchessia.
Chi della sua famiglia ha seguito le orme di papà?
I miei fratelli Franco e Michele e poi anche i nipoti.
E’ stato inaugurato il nuovo mercato dei fiori. Se suo padre fosse ancora in vita, cosa immagina potesse dire per tale traguardo?
Sarebbe stato contento, seguiva lo svilupparsi dell’attività floricola. Era dispiaciuto della mancata cooperazione tra i floricoltori del paese, come invece notava accadeva a Pescia, in Toscana.
Alla inaugurazione qualcuno ha ricordato Pasquale Tricarico?
Nessuno. Solo mia cognata sull’altare ha detto: “eleviamo una preghiera al Signore per il pioniere della floricoltura a Terlizzi.”
L’onorevole Gero Grassi ha proposto all’Amministrazione comunale di Terlizzi di dedicare la “sala vendita” del Mercato dei Fiori a suo padre…
Siamo molto grati a Gero per aver accolto questo nostro desiderio di sempre, affinchè sia resa giustizia a chi non è più tra noi.
In linea generale ritiene che Terlizzi sia una città capace di valorizzare i suoi figli migliori?
Assolutamente no. Sembra che non abbiamo memoria.
Se le fosse chiesto un consiglio per valorizzare di più la città ed i suoi cittadini, che messaggio lancerebbe all’Amministrazione comunale?
Di aprirsi di più. Andare verso il cittadino, accogliere le richieste non accantonarle. Cercare di agevolare. Di uscire fuori da questo perenne letargo nel quale siamo caduti.
Per concludere chi era Pasquale Tricarico?
Una persona che ha amato la vita, la famiglia, il lavoro. Una persona che ha lavorato con molto entusiasmo. Che si è sacrificato fino all’ultimo per il bene del prossimo.