10. MORO – Grassi: Aldo Moro. Un grande Maestro – 31 agosto 2016

10. MORO – Grassi: Aldo Moro. Un grande Maestro – 31 agosto 2016

10. MORO – Grassi: Aldo Moro. Un grande Maestro

di Gero Grassi – Vicepresidente Gruppo PD Camera a Deputati

Sono due anni che giro l’Italia per far conoscere i misteri del rapimento e dell’omicidio di Aldo Moro.
Teatri, cinema, sedi del PD ed associazioni culturali per raccontare la sua vicenda umana, politica e quella tragica del rapimento e della morte.
Posso dire, senza enfasi, che la Commissione di inchiesta, con la legge che la ha preceduta l’ho costruita e seguita passo dopo passo, nonostante i tanti tentativi di bloccarla, eseguiti da molti.
In due anni ho tenuto 288 manifestazioni in tutta Italia, riscontrando dovunque grande attenzione.
Ho incontrato brigatisti, parenti delle vittime, protagonisti positivi e negativi di quella stagione. Per capire e raccontare.
Ho constatato che i cittadini vogliono la verità, ma ho chiare anche le omissioni, le disattenzioni, le bugie, le partecipazioni implicite ed esplicite di tanti all’evento tragico di Moro, che non fu compiuto solo dai brigatisti, che continuano spudoratamente a mentire sul contorno dei protagonisti. Ricevo tanti incoraggiamenti dai cittadini e tanti interessati consigli di prudenza da persone interessate. Lotto con tanti ‘uomini’ dei diversi poteri italiani che spudoratamente affermano che sul caso Moro si sa tutto.
Ho inserito sul mio sito www.gerograssi.it milioni di pagine sul caso Moro.
In occasione del 38esimo anniversario del rapimento voglio ricordare i carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci, i poliziotti Giulio Rivera, Raffaele Iozzino e Francesco Zizzi.
Aldo Moro lo ricordo con uno dei tanti eventi che hanno caratterizzato la mia vita. Un grande Maestro di vita.
Nel gennaio 1978, in provincia di Bari, c’erano grandi problemi di democrazia nel Movimento Giovanile DC. Pur solo ventenne, ma allievo dell’on. prof. Renato Dell’Andro, successore di Moro nella cattedra universitaria e poi Giudice Costituzionale, parlai col professore e gli riferii di quanto avveniva nel Movimento Giovanile.
Qualche giorno dopo Dell’Andro mi disse che Moro voleva parlarmi, a Roma, nel suo studio. Mi recai, non senza timori. Cosa poteva volere da me Moro? A fine gennaio 1978 mi ricevette nello studio romano di via Savoia.
Mi disse subito che dopo poco sarebbero arrivati tre democristiani siciliani per porre il tema difficile e complesso della Sicilia. Io avrei assistito a quel confronto e poi ne avremmo riparlato, quando i tre fossero andati via.
Così fu. Ovviamente Moro mi disse i nomi dei tre uomini che avevano discusso della formazione della nuova Giunta regionale siciliana esponendo le loro preoccupazioni sulla tenuta complessiva della operazione che vedeva partecipe il Partito Comunista sul piano programmatico.
Ero giovane e quelle persone erano a me sconosciute.
Fu Aldo Moro più volte a chiedere ad uno dei tre di assumere la responsabilità della guida della Giunta Regionale spiegando che il tentativo in preparazione in Sicilia avrebbe aiutato lui a far si che a livello nazionale si facesse cosa analoga, sulla qual cosa stava lavorando. Moro disse anche che per far uscire l’Italia dalla crisi si doveva arrivare ad una democrazia compiuta e che la DC aveva necessità di avere un’alternativa di Governo democratica ed europea.
Quando i tre andarono via, dopo aver definito il percorso programmatico e chi avrebbe dovuto guidare la Giunta regionale, io restai con Aldo Moro trenta minuti e, passo dopo passo, mi spiegò l’intera operazione. Mi disse anche chi erano quei tre signori.
Ovviamente non ebbi neanche il coraggio di porgli il problema del Movimento Giovanile di Bari. Lui disse solo di dire agli amici baresi che bisognava essere uniti. E così ci salutammo.
Capii meglio quando, qualche giorno dopo che Moro fu rapito, lessi l’avvenuta elezione del Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella. Il secondo partecipante a quell’incontro lo riconobbi il 9 marzo 1979, quando la televisione parlo’ dell’omicidio del segretario provinciale della DC di Palermo. Il terzo era Rino Nicolosi e lo vidi nelle tristi immagini che la Rai trasmise dopo il dramma del 6 gennaio 1980, giorno dell’omicidio del Presidente Piersanti Mattarella.
Sono l’unico sopravvissuto di quell’incontro, cui partecipai silente ed intimorito grazie a Moro che volle farmi assistere perché comprendessi. Per la storia all’incontro, per qualche minuto, partecipò il dr. Nicola Rana, segretario particolare di Moro, vivente. Dopo averlo ascoltato nell’audizione della Commissione di inchiesta, posso dire che trattasi di persona dalle dubbie qualità che ha negato fatti evidenti ed ha mutato la sua versione dei fatti rispetto ad audizioni precedenti, arrivando a sostenere che ne’ Moro, ne’ gli agenti di scorta avevano mai avuto il dubbio che potesse succedere loro qualcosa. Anche questo è il caso Moro: persone che offrono se stessi al Potere in cambio della verità.